Jean-Louis Trintignant |
Michael
Haneke ha dimostrato già nel 2009 con Il nastro bianco che
ormai i Festival sono la sua casa, non hanno più segreti. Regista
perfezionista, basti vedere il doppio Funny Games che ricorda
come meticolosità il grande Hitchcock de Il ladro, quest'anno
al festival newyorkese, fresco di vittoria a Cannes, porta una storia
intrisa di amore, di rispetto e di malattie che destabilizzano la
coppia. Semplicemente Amour (Love nella versione
inglese), affronta i temi della vecchiaia con semplicità, ma con
quella vena di cinismo che contraddistingue le opere crude
dell'austriaco Haneke e che rivediamo in ogni sua opera. Il film
ovviamente è stato scelto dall'Austria per concorrere agli Oscar
come miglior film straniero.
Emanuelle Riva |
La trama ha
colori molto cupi, orchestrata tutta sull'amore longevo e duraturo di
due ottantenni, due professori di musica, colti e pieni di vita e con
una figlia, anch'essa legata come da copione alla musica. La storia,
la tranquillità coniugale viene messa a dura prova quando la moglie
Anne viene colpita da ictus a causa del quale rimane paralizzata la
parte destra del corpo, mentre il marito Georges (Jean-Louis
Trintignant) da quel momento in poi dubita dell'amore provato dopo
tutti quegli anni vedendola in quelle condizioni. Nel cast anche
Isabelle Huppert, la figlia, in un rapporto a due dove l'amore è una
sfaccettatura che può essere messa in discussione anche in età
senile. Con ogni probabilità farà parte del quintetto che andrà a
Los Angeles al Kodak Theater.
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