NYFF 2012: Beyond the Hills, il libero arbitrio della giovane età

Un'immagine del film

Per chi non conoscesse questo giovane regista, il rumeno Christian Mungiu, prima di credere che sia uno sbarbatello approdato già Cannes 2012 e ora a New York con l’intento di tentare la sorte, basta fare un salto indietro di cinque anni per capire che Mungiu è tutt’altro che un regista imprestato alla settima arte. Nel 2007 infatti vince la Palma d’oro con il film 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni. Ora torna con una nuova pellicola nella Grande Mela, Beyond the Hills (Dupa Delauri), ispirato a due libri inchiesta (Deadly Confession e Judges’ Book, entrambi del 2006) scritti dalla connazionale Tatiana Niculescu Bran. Questo film, per lo stesso Mungiu è “un film sull’amore e il libero arbitrio, ovvero su come l’amore possa ribaltare l’idea di bene e male in concetti assolutamente relativi.”

Cristina Flutur e Cosmina Stratan
Due donne, Alina e Voichita, sono cresciute assieme in un orfanotrofio, senza l’amore dei propri genitori. Una volta adulte, la loro storia le porta in un monastero ortodosso dimenticato da Dio nelle campagne rumene. La vicenda cambia toni, appena Alina cerca di convincere l’amica a scappare da quel monastero per cercare fortuna in Germania, ormai costrette un lyogo inospitale per le loro vite. I religiosi del posto entrano in conflitto con la ragazza che verrà sottoposta quasi fosse una strega, ad un esorcismo. Un viaggio di amicizia al femminile che contraddistingue la poetica del regista e che mostra una facciata diversificata del cinema tout court.


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