TIFF 2012: The Attack, l'inconsapevolezza madre di ogni disgrazia

Ali Suliman e Evgenia Dodina

Come ogni anno, in qualsiasi manifestazione, ci sono anche quei film che all’apparenza non hanno minime possiblità di emergere nel panorama arrivista del mondo cinematografico e che di lì a poco si mostrano non come outsider, ma come vere e proprie cenerentole che entusiasmano il pubblico e la critica con la loro semplicità e la loro efficacia. Al Toronto International Film Festival, una di queste cenerentole potrebbe essere The Attack di Ziad Doueiri, film impegnato, vicino nelle idee a The Reclutant Fundamentalist di Mira Nair, ma cosparso di inadeguatezza e di incomprensione, nello specifico date da una moglie rivelatasi come terrorista. Il regista libanese non ha grandissima esperienza dietro la macchina da presa, ma in quei pochi lavori che ha mostrato, ha fatto vedere che stile e tecnica non sono distanti dalla sua persona. Di seguito la sinossi del film:

Ali Suliman
“Amin Jaafari è un chirurgo israelo-palestinese, completamente assimilato nella società di Tel Aviv. Ha una moglie amorevole, una brillante carriera, e numerosi amici ebrei. Poi un attentato suicida in un ristorante e diciannove morti. La polizia israeliana lo informa che sua moglie Sihem, morta nell'esplosione, era la responsabile. Amin respinge la loro accusa, ma la sua idea è vanificata quando riceve una lettera postuma da Sihem che conferma il suo ruolo nel massacro. Distrutto dalla rivelazione, Amin ritorna nella sua patria di adozione ed entra nei Palestinianterritories per perseguire gli zeloti che avevano reclutato la moglie. Una volta lì, si immerge in luoghi sempre più pericolosi, ma alla fine del suo viaggio, Amin è costretto a confrontarsi con una più profonda verità, più terribile ed inaspettata, la sua incapacità di vedere la moglie com’era veramente e di capire i gesti estremi che aveva compiuto”.


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