Un'immagine del film |
A
nominare Baltasar Kormakur non si fa un nome certamente conosciuto al pubblico, forse
l'interessante approdo americano, grazie a Mark Walhberg, con Contraband gli ha
dato modo di mostrarsi anche ai distributori internazionali, ma Kormakur è
tutt'altro che uno sprovveduto. Mýrin, 101 Rejkyavík e A Little Trip to Heaven
hanno fatto incetta di premi in manifestazioni di tutto rispetto come quella di
Locarno, quella ceca di Karlovy Vary e direttamente nel 2000 proprio a Toronto.
Ora arriva con un film tratto da una storia vera, autoprodotto in attesa di
approdare nel 2013 ancora con Walhberg e Denzel Washington con 2 Guns. The Deep
(Djupio) è quindi il suo film più ragionato, portato in toto da scelte che
esulano dalle intromissioni dei produttori, visto che proprio lui ricalca
questa posizione e approda a Toronto mostrando le sorti avverse e infine
positive di uno sfortunato naufrago.
Olafur Olafsson Darri e Thors Bjorn |
Questa
la sinossi del film raccontata direttamente dal regista: “The Deep è basato su un fatto reale avvenuto qui in
Islanda, quando negli anni ’80 (nel 1984) un piccolo peschereccio affondò al
largo delle isole Westman in pieno inverno e tutti, tranne un membro
dell’equipaggio, persero la vita. Il film racconta la storia di questo unico
sopravvissuto e di come ha trascorso ore in un mare gelido riuscendo a nuotare
per sopravvivere. In seguito, suo malgrado l’uomo è diventato un eroe nazionale
per essersi salvato e mentre il resto di noi ricordano quel giorno come quello
in cui ha dimostrato una forza sovrumana salvandosi, lui lo ricorda invece come
il giorno in cui i suoi amici e colleghi di lavoro sono morti”. Uno sguardo
diversificato che mette in evidenza il pensiero della massa e del singolo che
suo malgrado si ritrova nella notorietà per un evento che vorrebbe dimenticare.
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