TIFF 2012: The Deep, la realtà macabra sfumata dalla notorietà bendata

Un'immagine del film

A nominare Baltasar Kormakur non si fa un nome  certamente conosciuto al pubblico, forse l'interessante approdo americano, grazie a Mark Walhberg, con Contraband gli ha dato modo di mostrarsi anche ai distributori internazionali, ma Kormakur è tutt'altro che uno sprovveduto. Mýrin, 101 Rejkyavík e A Little Trip to Heaven hanno fatto incetta di premi in manifestazioni di tutto rispetto come quella di Locarno, quella ceca di Karlovy Vary e direttamente nel 2000 proprio a Toronto. Ora arriva con un film tratto da una storia vera, autoprodotto in attesa di approdare nel 2013 ancora con Walhberg e Denzel Washington con 2 Guns. The Deep (Djupio) è quindi il suo film più ragionato, portato in toto da scelte che esulano dalle intromissioni dei produttori, visto che proprio lui ricalca questa posizione e approda a Toronto mostrando le sorti avverse e infine positive di uno sfortunato naufrago.

Olafur Olafsson Darri e Thors Bjorn
Questa la sinossi del film raccontata direttamente dal regista: “The Deep  è basato su un fatto reale avvenuto qui in Islanda, quando negli anni ’80 (nel 1984) un piccolo peschereccio affondò al largo delle isole Westman in pieno inverno e tutti, tranne un membro dell’equipaggio, persero la vita. Il film racconta la storia di questo unico sopravvissuto e di come ha trascorso ore in un mare gelido riuscendo a nuotare per sopravvivere. In seguito, suo malgrado l’uomo è diventato un eroe nazionale per essersi salvato e mentre il resto di noi ricordano quel giorno come quello in cui ha dimostrato una forza sovrumana salvandosi, lui lo ricorda invece come il giorno in cui i suoi amici e colleghi di lavoro sono morti”. Uno sguardo diversificato che mette in evidenza il pensiero della massa e del singolo che suo malgrado si ritrova nella notorietà per un evento che vorrebbe dimenticare.


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