TIFF 2012: Reality, la presa in giro della realtà caricaturata

Il cast al completo

È sicuramente il nostro portabandiera, a Cannes dove ha vinto il Gran Prix, a Venezia dove è stato giurato e ora a Toronto per una mera pubblicizzazione. È il baluardo di un cinema, quello nostrano, che ancora mostra scintille di vita, in un periodo che non è dei più fiorenti. Se alcuni dicono che i film premiati e non al David di Donatello sono un ritorno al passato e a quegli anni '60 che ci avevano fatto grandi, altri sostengono che la commedia poco all'italiana sia l'unico modus operandi delle produzioni nostrane, radicate in pensieri paleolitici che hanno affossato l'autostima del nostro cinema. Reality, di Matteo Garrone (Gomorra), rispecchia questa strana attualità che lega molto con la frase di Andy Warhol “Ognuno ha diritto al suo quarto d'ora di celebrità”, fatta di programmi come Il Grande Fratello o L'isola dei famosi, veri e proprio bulli mediatici.

Aniello Arena e Giuseppina Cervizzi
Garrone però non li prende ad esempio anzi li schernisce, li prende in giro, gettandoli nella vera commedia all'italiana, un po' modernizzata, ma che merita di stare lì dove i quasi grandi si danno battaglia per i grandi premi internazionali. Se da principio il titolo era parente stretto del reality di Canale 5, Big House, con il secondo e qualunquista Reality si stempera il moto della vicenda per accogliere un più ampio spettro. Luciano decide di provare a partecipare al Grande Fratello spinto dalla famiglia. Riesce a superare tutte le selezioni, ma nonostante la notorietà riesce a mantenersi umile e semplice come non hanno saputo fare i suoi colleghi reali. Trasportato da un'eccellente fotografia e da attori sconosciuti, ma perfetti, questo film ci ha graziato di un'annata altrimenti al di sotto delle aspettative.


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