MedFilm Festival 2012: i vincitori tra Nord Africa ed Europa dell'Est

La locandina del film
Si è conclusa ieri la 18° edizione del MedFilm Festival, la più longeva manifestazione cinematografica romana, e come di consueto ha reso noti i vincitori il giorno 26 durante la cerimonia di premiazione. La giuria era composta da: Maurizio Caprara (giornalista), Ivan Cotroneo (scrittore e regista), Carlo Freccero (autore televisivo), Carlotta Natoli (attrice), Vania Traxler (distributrice), Carlo Valeri (critico cinematografico). Tra gli 86 tra film, cortometraggi e documentari l'ha spuntata il cinema dell'est europeo per il premio principale e del Nord Africa per gli altri due premi a disposizione. Non poteva non mancare un riconoscimento al cinema italiano, con la giuria che ha assegnato il premio speciale proprio ad un regista nostrano. Ma vediamo i premi assegnati:


Premio Amore e Psiche a Parada di Sdrjan Drajojevic (Serbia, Croazia, Macedonia, Slovenia) per l'originale rappresentazione dell'incrocio di scontri di civiltà e culture che ha attraversato i Paesi dell'ex Jugoslavia negli ultimi due decenni. Attraverso lo strumento dell'ironia offre una via possibile per contribuire a superare i pregiudizi verso l'altro.

Menzione speciale a Boiling Dreams (Shi Ghadi Shi Jay) di Hakim Belabbes (Marocco) per avere raccontato l'ecatombe, troppe volte rimossa, di tanti migranti che provano ad attraversare il Mediterraneo. Nell'adottare i punti di vista della moglie e madre, descrivendone un'attesa capace di far bollire i sogni, il film riduce l'ombra su una parte di realtà circondata da indifferenza.

Riconoscimento per l'espressione artistica a Adila Bendimerad in Le Repenti di Merzak Allouache (Algeria, Francia) per la sua intensa interpretazione costruita come un crescendo musicale, dal pianissimo al fortissimo, senza mai perdere credibilità.

Riconoscimento speciale a Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno (Italia) per il talento autoriprofuso in un'opera che parte dal documentario e la trasforma in un laboratorio di conoscenze e di storia. Nella Napoli piena di speranza del 1999 e in quella paralizzata di dieci anni dopo il film è un reality di quattro vite immobili.

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