AFI Awards 2012: Girls, una serie tv, indolente e a tratti brillante

Allison Williams, Jemima Kirke, Lena Dunham e Zosia Mamet

Girls non è la solita serie tv adolescenziale, monotematica, brillantinosa, con bellocci e pin-up disseminate in ogni angolo cittadino, quasi a documentare un raduno di mister e miss universo, ma uno spaccato basso e distruttivo, mentalista e suburbano della metropoli odierna; New York nella fattispecie. Qui sono chiamate a recitare le diatribe sentimentali ed esistenziali, quattro ragazze, amiche in alcuni casi, coinquiline in altri e furiose nemiche per finire. Gli occhi sembrano quelli di Hanna Horvath (Lena Dunham, 24enne autrice e regista del telefilm), che funge quasi da protagonista, ma l’attenzione spesso ricade sulla hippie Jessa Johansson (Jemima Kirke), sulla perfettina Marnie Michaels (Allison Williams) e infine sulla disadatta sociale Shoshanna Shapiro (Zosia Mamet).



Lena Dunham, Zosia Mamet e Jemima Kirke
A vederle sulla locandina si può erroneamente pensare che sia il solito prodotto a strascico in stile Gossip Girl o una prova moderna di emulazione per il fortunato ed interessante Sex and the City, ma quello che si ha di fronte dal primo pilot, è un connubio eterogeneo di dramma e comicità caustica che la Dunham orchestra con buon mestiere, senza strafare e donando alla serie tv un unico flusso continuo, spento a tratti, ma gestito su toni apparentemente noiosi o poco avvincenti. Certamente questa mancanza di verve, nonostante le scene “d’emozione” non siano lasciate in disparte, disturba in qualche frangente, magari poco articolato, magari troppo documentaristico, o magari dettato da una voglia di scoprire terreni estrosi o addirittura stravaganti e posizionarli in un contesto reale e verosimile.

Ancora le quattro ragazze in una scena
Le quattro protagoniste inoltre non sono fascinose adolescenti dell’Upper Class americana, né viziate e splendide modelle dai falsi problemi, ma normali ragazze di New York, chi grassottella ed insicura, ma a tratti piena di iniziativa e chi bella ed elegante, ma costretta in un movimento continuo e comandato; muovono quindi tutta la stagione in un percorso monotematico, ma a tratti molto coinvolgente. Le similitudini con le colleghe 40enni di Sex and the City si possono volendo anche scovare, anche se rimane un prodotto quantomeno originale, con picchi di dialoghi esilaranti e inabissamenti che interrompono il flusso continuo, ma in ogni caso camuffati dal carattere indisponente di Adam Sackler (Adam Driver), atletico e alto ragazzo di Hanna. Certamente, tirando le somme, è una serie tv interessante (dopotutto è targata HBO), ma è difficile da vedere nella decina di migliori del 2012, come l’AFI ha decretato.

Torino Film Festival: Salvatores dice no, al via il toto direttori

Gabriele Salvatores

Il Torino Film Festival è ormai finito da settimane, il direttore Gianni Amelio ha terminato il suo mandato e quindi la necessità di sostituirlo era doverosa se non obbligatoria. Certo quest’anno è stato un anno travagliato per la manifestazione piemontese che ha dovuto subire le angherie di Roma, pronta ad appropinquarsi sempre più nel territorio spettante a Torino. La lotta tra i due direttori artistici è ormai nota e certamente nel 2013, nonostante non ci sia più Gianni Amelio, i dissapori non mancheranno anche se Torino può comunque essere felice dei risultati ottenuti e dell’affluenza di pubblico nonostante l’intromissione della Capitale.




Gianni Amelio
Dicevamo però, quale sarà il nuovo direttore di Torino, nomina che sembrava indirizzata verso un unico nome, Gabriele Salvatores, ma è di oggi la notizia che lo stesso regista è alle prese con il suo nuovo film, quindi nel 2013 potrà essere poco presente e un motivato no, non poteva che essere la conclusione logica “La spiegazione del mio no al Torino Film Festival è purtroppo la più semplice. Nelle ultime settimane hanno subito una vera accelerazione i miei impegni dietro la macchina da presa e non mi sarebbe sembrato serio impegnarmi con un festival che amo da sempre e che per il suo spirito di ricerca e serietà sento vicino al mio modo di concepire la cultura”. Quindi ora si attendono le nuove candidature.

Golden Globes 2013: ecco l'elenco delle nomination, Spielberg docet

L'entrata del Beverly Hills Hotel a Los Angeles

Il Golden Globe 2013 ha aperto ufficialmente i battenti alla nuova stagione cinematografica, come da sempre fa ogni anno, quella che molti chiamano (a sproposito o meno che sia) l’anticamera degli Oscar. Avevamo già dato la notizia delle due co-conduttrici, le comedy girl Amy Poehler e Tina Fey che presenteranno la cerimonia di premiazione del 13 gennaio. Come ogni anno i globi d’oro premiano sia le pellicole migliori dell’anno, ma anche le serie tv di maggiore impatto. Quest’anno sul fronte cinema il Lincoln di Steven Spielberg fa incetta di nomination, seguito a ruota dal sorprendente Argo di Ben Affleck e dal western citazionista di Tarantino Django Unchained. Sul piccolo schermo invece conferme e new entry, con Homeland candidato numero uno alla vittoria, dopo gli Emmy Awards e nella sezione commedia e musical potrebbe spuntarla Smash con sempre Spielberg a fare da supervisore. Intanto quindi eccovi le nomination, aspettando un mese per le decisioni finali:



MIGLIOR FILM (DRAMMA)

Lincoln
Argo
Zero Dark Thirty
Vita di Pi
Django Unchained

MIGLIOR FILM (COMMEDIA O MUSICAL)

Silver Linings Playbook
Moonrise Kingdom
Les Misérables
Marigold Hotel
Il pescatore di sogni

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA (DRAMMA)

Daniel Day-Lewis per Lincoln
John Hawkes per The Sessions
Denzel Washington per Flight
Joaquin Phoenix per The Master
Richard Gere per Arbitrage - Sesso, potere e denaro

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (DRAMMA)

Jessica Chastain per Zero Dark Thirty
Marion Cotillard per Un sapore di ruggine e ossa
Helen Mirren per Hitchcock
Naomi Watts per The Impossible
Rachel Weisz per The Deep Blue Sea

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA (COMMEDIA O MUSICAL)

Bradley Cooper per Silver Linings Playbook
Hugh Jackman per Les Misérables
Jack Black per Bernie
Bill Murray per A Royal Weekend
Ewan McGregor per Il pescatore di sogni

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (COMMEDIA O MUSICAL)

Jennifer Lawrence per Silver Linings Playbook
Meryl Streep per Il matrimonio che vorrei
Maggie Smith per Quartet
Judi Dench per Marigold Hotel
Emily Blunt per Il pescatore di sogni

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Alan Arkin per Argo
Philip Seymour Hoffman per The Master
Tommy Lee Jones per Lincoln
Leonardo Di Caprio per Django Unchained
Christoph Waltz per Django Unchained

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

Sally Field per Lincoln
Anne Hathaway per Les Misérables
Helen Hunt per The Sessions
Nicole Kidman per The Paperboy
Amy Adams per The Master

MIGLIORE REGIA

Ben Affleck per Argo
Kathryn Bigelow per Zero Dark Thirty
Steven Spielberg per Lincoln
Ang Lee per Vita di Pi
Quentin Tarantino per Django Unchained

MIGLIOR SCENEGGIATURA

Mark Boal per Zero Dark Thirty
Quentin Tarantino per Django Unchained
David O. Russell per Silver Linings Playbook
Chris Terrio per Argo
Tony Kushner per Lincoln

MIGLIORE COLONNA SONORA

John Williams per Lincoln
Dario Marianelli per Anna Karenina
Alexandre Desplat per Argo
Reinhold Heil e Johnny Klimek per Cloud Atlas
Mychael Danna per Vita di Pi

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE

Hugh Jackman, Alain Boublil e Herbert Kretzmer per Les Misérables (“Suddenly”)
Adele e Paul Epworth per Skyfall (“Skyfall”)
Jon Bon Jovi per Stand Up Guys (“Not Running Anymore”)
Keith Urban e Monty Powell per Act of Valor (“For You”)
Taylor Swift per Hunger Games (“Safe & Sound”)

MIGLIOR FILM STRANIERO

A Royal Affair
Un sapore di ruggine e ossa
Kon-Tiki

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

Ribelle - The Brave
Le 5 leggende
Ralph Spaccatutto
Frankenweenie
Hotel Transylvania

PREMIO SPECIALE CECIL B. DEMILLE

Jodie Foster

MIGLIOR SERIE TV (DRAMMA)

Breaking Bad
Boardwalk Empire - L'impero del crimine
Downton Abbey
Homeland
The Newsroom

MIGLIOR SERIE TV (COMMEDIA O MUSICAL)

The Big Bang Theory
Episodes
Girls
Modern Family
Smash

MIGLIOR MINISERIE O FILM PER LA TV

Game Change
The Girl
Hatfields & McCoys
The Hour
Political Animals

MIGLIOR ATTORE (MINISERIE O FILM PER LA TV)

Kevin Costner per Hatfields & McCoys
Benedict Cumberbatch per Sherlock
Woody Harrelson per Game Change
Toby Jones per The Girl
Clive Owen per Hemingway & Gellhorn

MIGLIOR ATTRICE (MINISERIE O FILM PER LA TV)

Nicole Kidman per Hemingway & Gellhorn
Jessica Lange per American Horror Story
Sienna Miller per The Girl
Julianne Moore per Game Change
Sigourney Weaver per Political Animals

MIGLIOR ATTORE (SERIE TV - DRAMMA)

Steve Buscemi per Boardwalk Empire - L'impero del crimine
Bryan Cranston per Breaking Bad
Jeff Daniels per The Newsroom
Jon Hamm per Mad Men
Damian Lewis per Homeland

MIGLIOR ATTORE (SERIE TV - MUSICAL O COMMEDIA)

Alec Baldwin per 30 Rock
Don Cheadle per House of Lies
Louis C.K. per Louie
Matt LeBlanc per Episodes
Jim Parsons per The Big Bang Theory

MIGLIOR ATTRICE (SERIE TV - DRAMMA)

Connie Britton per Nashville
Glenn Close per Damages
Michelle Dockery per Downton Abbey
Claire Danes per Homeland
Julianna Margulies per The Good Wife

MIGLIOR ATTRICE (SERIE TV - MUSICAL O COMMEDIA)

Zooey Deschanel per New Girl
Julia Louis-Dreyfus per Veep
Lena Dunham per Girls
Tina Fey per 30 Rock
Amy Poehler per Parks and Recreation

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (SERIE TV, MINISERIE O FILM TV)

Max Greenfield per New Girl
Eric Stonestreet per Modern Family
Ed Harris per Game Change
Danny Huston per Magic City
Mandy Patinkin per Homeland

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA (SERIE TV, MINISERIE O FILM TV)

Hayden Panettiere per Nashville
Archie Panjabi per The Good Wife
Sarah Paulson per Game Change
Maggie Smith per Downton Abbey
Sofía Vergara per Modern Family

Cuneo Film Festival 2012: il programma completo, tra cortometraggi e Tognazzi

La locandina della manifestazione

Il Cuneo Film Festival 2012 è giunto alla sua quinta edizione, forte di un’organizzazione votata anima e corpo alla valorizzazione delle pellicole che esaltano cultura, tradizioni e territori del nostro Stivale, conoscendo inoltre i personaggi che vi hanno fatto da spartiacque. Ospiti famosi ogni anno calcano questa manifestazione che dà modo anche ai produttori di avere delle vetrine interessanti per le loro produzioni, il tutto assolutamente gratis. Il cortometraggio e il documentario infatti sono resi accessibili a chiunque in modo da soddisfare la voglia di curiosità senza dover pensare al costo. I vincitori di queste due sezioni sono già stati resi noti e verranno proiettati insieme agli atri in concorso. Per la sezione cortometraggi ha vinto Smile di Matteo Pianezzi e per la sezione documentari Ansia.No di Francesco Pacini. Ecco il programma che va dal 12 al 16 dicembre:



Mercoledì 12 dicembre
Cinema Monviso

Ore 21:00 Ritratto di mio padre di Maria Sole Tognazzi, Apertura del CuneoFilmFestival 2012 - Omaggio a Ugo Tognazzi, Ospite Gianmarco Tognazzi, Premiazione Corto e Documentario vincitori
 
Giovedì 13 dicembre
Cinema Monviso

Ore 21.00 Scherzi del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada di regia Lina Wertmüller, Ospite Piera degli Esposti

Venerdì 14 dicembre
Cinema Monviso

Ore 21.00 Cemento Armato di regia Marco Martani, Ospite Nicolas Vaporidis, Premiazione concorso Cinelab

Sabato 15 dicembre
Cinema Monviso

Ore 8.30 - 17.00 Proiezione Corti e documentari

Domenica 16 dicembre

Ore 21.00 Un film nel piatto Ristorante Les Gourmands via Statuto 3, serata gastronomica in cui lo chef presenterà i piatti del cinema italiano, con relativa proiezione delle scene  che ispirano le portate.

AFI Awards 2012: Il cavaliere oscuro il ritorno, un finale degno ma non entusiasmante


Marion Cotillard, Tom Hardy, Matthew Modine, Gary Oldman,
Liam Neeson, Christian Bale, Miachel Caine e Anne Hathaway
Uscito il 20 luglio in USA dopo un'attesa spasmodica durata mesi, condito da una tragica strage compiuta da un folle a Denver e confluita in un'intervista che dava per concluse le avventure dell'Uomo Pipistrello targato Christopher Nolan, è ormai tempo di somme. Da noi in Italia è uscito solamente il 29 agosto, forse troppo tardi rispetto alle uscite mondiali, ma pur sempre consci di un fine luglio poco consono al cinema italiano, fatto di seggiole vuote e cali mastodontici al botteghino. Tempo di somme dicevamo. Il terzo capitolo della saga, Il Cavaliere Oscuro il ritorno, quello che completa la trilogia degna di affiancare lo stupendo film di Tim Burton, ha concluso i suoi strascichi mediatici, questa volta mostrando un'anima completamente dissimile dal Batman visto fino ad ora.



La locandina del film
Otto anni dopo i fatti legati alla fine di Harvey Dent, l'alto ufficiale della polizia James Gordon (Gary Oldman) e Batman (Christian Bale) hanno deciso di fare un patto per rendere sicura Gotham City. L'Uomo pipistrello si prende la responsabilità della morte di Dent, inganno che insieme al nuovo piano di legge porta la città a sgominare la criminalità. L'arrivo di Bane (Tom Hardy), nerboruto terrorista (niente a che vedere con quello fedele alla Uma Thurman di Batman & Robin), distrugge l'equilibrio della città, insieme ad un altro piacevole ritorno, Catwoman (Anne Hathaway), intenta a realizzare il suo intricato piano. Batman è quindi costretto a smettere i panni del fuorilegge e a rivestire quelli dell'eroe mascherato per affrontare la minaccia, ma la potenza di Bane è troppa anche per Bruce Wayne. Nel cast anche il talentuoso Joseph Gordon-Levitt poliziotto semplice, ma fondamentale per il proseguo della trama.

Christian Bale e Michael Caine
Nolan sceglie la strada della psicologia, della distruzione interiore di Batman e della sua rinascita. Un percorso intimo che sembra volere intraprendere attraverso scelte stilistiche ben precise. Mentre Wayne si crogiola nel suo dolore, il piano terroristico di Bane (forse un po' troppo distante dal vero personaggio dei fumetti) viene attuato, mietendo molte vittime mentre l'antagonista prende possesso della criminalità, facendo evadere di prigione centinaia di detenuti tra cui lo Spaventapasseri (nell'elenco ci sarebbe anche Jocker, ma per ovvi motivi, la parte è stata omessa). Proprio l'assenza di un cattivo di così forte impatto, che aveva caratterizzato la bellezza del secondo capitolo, abbassa forse la potenza dell'ultima fatica che qui, causa una forzata base epica, una psicologia troppo intricata (a tratti sembra di trovarsi in Inception, ma senza capirne il senso) e una storia tassellata a tratti incomprensibile, minano le speranze di questo Batman di completare la trilogia sulla linea dei due capitoli precedenti.

Tom Hardy e Christian Bale
Questo è un film tutt'altro che banale, tutt'altro che noioso, ma forse le aspettative erano troppo alte per concedersi una così evidente inflessione. Giudicare un film a sé stante è più semplice che giudicare una trilogia che deve essere presa, gioco forza, nel suo insieme. E se nel finale l'opera cede al conformismo cinematografico americano e alle contorsioni mentali di un regista che questa volta ha voluto forse strafare, allora abbiamo un connubio malforme di intenti che non sfociano in quello che dall'inizio si era paventato. I pericoli di una Hathaway, dolce e bella, in disaccordo con il personaggio sexy di Catwoman, alla fine sono stati una delle soddisfazioni di Nolan in quanto l'attrice si merita i rumors che la vogliono in un suo personale spin-off. Tirate le somme quindi, Nolan spiazza certamente con una trama arzigogolata, piena di cataclismi, distruttiva sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista visivo, ma cede troppo alla tentazione di abbondare, limitando la bellezza di questo ultimo capitolo che termina la saga con il punto più basso della saga, seppur di buona fattura. Nonostante tutto però, il finale riserva una grande sorpresa. 


AFI Awards 2012: Argo, quando Ben Affleck diventa un ossimoro

La locandina del film

Un ossimoro vivente si potrebbe definire lo sex symbol Ben Affleck. Ossimoro perché da una parte si ha l’Affleck attore, sempre compassato, immobile e concentrato fin troppo meccanicamente sia nel ruolo che ricopre sia nel suo status di amato dalle donne, e dall’altra c’è l’Affleck autore, un connubio di solidità ed estro che ormai non stupisce nemmeno più. La sua vena la si era carpita già quando insieme con il suo amico Matt Damon aveva cosceneggiato Will Hunting e da quando cinque anni fa si era posizionato dietro la macchina da presa per il suo primo Gone Baby Gone, tutti lo avevano etichettato, critici e pubblico, come una sorpresa interessante. Affleck poi decide di continuare su questa strada e The Town lo consacra tra i migliori giovani autori, anche se di pari passo continua il suo mediocre lavoro attoriale.




La locandina della falsa produzione del 1979
Per il suo terzo film si getta a capofitto su un soggetto molto impegnato ed impegnativo, una di quelle storie che sembrano talmente astruse da sembrare annesse al cinema stesso. Argo è una missione, è un film nel film. Nel 1979, la rivoluzione in Iran è fuori controllo e un’ambasciata americana viene presa d’ostaggio per 400 giorni. Tutti gli impiegati diventano per il mondo i sequestrati e i capri espiatori simbolo di quella rivoluzione. Sei di loro però, tutti ambasciatori americani, trovano il modo di fuggire per rifugiarsi da un collega canadese. In questo travaglio rivoluzionario e mediatico entra in gioco l’agente della CIA Tony Mendez, esfiltratore di professione, che orchestra quella che passerà alla storia come una delle missioni più estrose ed efficaci della storia dello spionaggio. Mettendo in piedi una vera produzione cinematografico-fantascientifica fanno passare i sei per una troupe canadese in sopralluogo nella capitale iraniana.

John Goodman, Alan Arkin e Ben Affleck in una scena del film
La storia dice che solo nel 1997 questa vicenda venne resa nota dalla CIA stessa, da principio impossibilitati e Affleck ricalca a dovere, con una sceneggiatura solida e una regia ferma, decisa e perfettamente in linea con le pellicole politiche di quegli anni, la tensione e la frenesia di quella rivoluzione. Argo non è il solito dramma però, non è un apogeo di politichese e guerriglie, ma un accorto e stimolante percorso storico e verosimile, intervallato con particolare sapienza da intramezzi comici, grazie soprattutto a due veterani come John Goodman e Alan Arkin, intenti a tenere in piedi la farsa della produzione fantascientifica. Perché Argo è anche un gran parter di attori e poco importa se il viso immutabile di Affleck si trova in mezzo a tanta bravura, anzi la sua monotematicità funge da fulcro passivo che dipana la vicenda. Conclude il tutto una perfetta fotografia. Possiamo gridare insieme al protagonista “Argo vaffanculo”, frase chiara, ironica e semplice che descrive con efficacia tutto il film.


AFI Awards: le migliori serie tv del 2012, HBO e AMC dominano

Il logo dell'AFI

Come molti erroneamente pensano, l’American Film Institute, non si dedica solo alla pellicola, ma spazia e va a incappare anche nella televisione, l’eterna rivale. Come abbiamo scritto nel precedente articolo sui migliori film del 2012, l’AFI ha elencato inoltre le migliori serie tv, prendendo non solo la stagione in corso, ma aggiungendo in generale anche tutto il complesso di un telefilm. Dall’anno scorso troviamo ben tre vecchie conoscenze, dettate da una costanza nella produzione che sta appassionando milioni di spettatori e in alcuni casi, come vedremo, da un successo planetario che adombra in alcuni casi il proseguo delle serie. Come per i film, vedremo le dieci serie vincitrici e le recensiremo, ovviamente il sito aspetta i vostri commenti e le eventuali vostre recensioni. Probabilmente ci vorrà qualche periodo in più, ma per l’anno nuovo avrete tutto il materiale necessario. Ecco le serie vincitrici:




American Horror Story: Asylum di FX
Breaking Bad di AMC
Game Change di HBO
Game of Thrones di HBO
Girls di HBO
Homeland di Showtime
Louie di FX
Mad Men di AMC
Modern Family di ABC
The Walking Dead di AMC

AFI Awards: i migliori 10 film del 2012, da Batman a Bin Laden

Il logo dell'AFI

Si chiama AFI, acronimo per American Film Institute, e ogni anno prova con il suo nugolo di critici patentati a scegliere tra le miriadi di pellicole, quali sono le migliori dell’anno solare. 10 film per sancire quelle opere che hanno contraddistinto questo 2012 e che vogliono rappresentare un cinema che sta lentamente scemando nell’immaginario collettivo, basti pensare alle sale sempre più vuote. Qui sotto elencheremo i film che sono stati premiati con questo importante premio, per poi, mano a mano che usciranno nelle sale (qualcuno già è entrato nel circuito e soprattutto passato in numerose manifestazioni), recensirli per darvi modo di scegliere se sono abbastanza interessanti da aver catturato la vostra attenzione e, visti nel buio di una sala, giudicati anche da voi, magari mandandoci la vostra recensione (o indicandoci quali sono stati abominevolmente esclusi). In ordine sparso, questi sono i 10 migliori film a detta dell’AFI:




Argo di Ben Affleck
Beast of the Southern Wild di Benh Zeitlin
The Dark Knight Rises di Cristopher Nolan
Django Unchained di Quentin Tarantino
Les Misérables di Tom Hooper
Life of Pi di Ang Lee
Lincoln di Steven Spielberg
Moonrise Kingdom di Wes Anderson
Silver Linings Playbook di David O. Russell
Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow

Sulmona Film Festival 2012: ecco tutti i vincitori, mentre Acciaio fa parlare di sé

I due protagonisti di The Shine of Day

30 anni di età e molti riconoscimenti per l’ennesima edizione del Sulmona Film Festival 2012 che nella giornata di sabato 8 dicembre ha chiuso i battenti, mostrando i nuovi vincitori dei vari concorsi. Ha impressionato per emotività e delicatezza il film dell’accoppiata Covi-Frimmel The Shine of Day, che oltre al premio più ambito porta a casa anche il riconoscimento per la miglior interpretazione maschile. La regia va all’interessante film sui generis di Antonio Morabito, mentre un importante premio va anche alle giovani interpreti femminili di Acciaio, film da poco passato nei circuiti nostrani. Pochi premi ma tanta carne al fuoco e soprattutto tanta arte che si è distinta ancora una volta nelle città dei confetti, ma ecco l’elenco dei premi:



MIGLIOR FILM
The Shine of Day di Tizza Covi e Rainer Frimmel
“Per l’elegante contaminazione tra osservazione del reale e messa in scena funzionale. Un film che si distingue per l’armoniosa esplorazione di un delicato universo emotivo”.

MIGLIORE REGIA
Antonio Morabito per Che cos’è un Manrico
“Per la capacità di testimoniare l’intimità di una relazione attraverso uno sguardo complice, partecipe e mai invadente”.

MIGLIOR INTERPRETAZIONE FEMMINILE
Anna Bellezza e Matilde Giannini in Acciaio di Stefano Mordini
“Per la sorprendente spontaneità dimostrata davanti alla macchina da presa e la credibile interpretazione di una fase delicata dell’adolescenza”.

MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE
Walter Saabel in The Shine of Day di Tizza Covi e Rainer Frimmel
“Per l’equilibrio dimostrato nell’interpretare un personaggio in bilico tra realtà e finzione”.

PREMIO SOUNDTRACK
A Zende Music per la colonna sonora di The Golden Temple di Enrico Masi
“Nella veste di documentario affronta temi di ampio respiro e coinvolge emotivamente nella trama più di finzione. La colonna sonora fa parte di questo discorso plurilivellare, compiendo in pieno il suo ruolo funzionale, risultando per cui quasi ideale nel suo essere al contempo discreta e compatta”.