Potenza e libertà in Matei Child Miner, vincitore del Pesaro Film Festival

Una scena di Matei Child Miner
Terminato il 49° Pesaro Film Festival è tempo di conti e soprattutto di premi che quest’anno hanno visto prevalere un cinema dedicato al mondo femminile, con i riflettori puntati soprattutto sulla giovane rumena Alexandra Gulea che con il suo Matei Child Miner ha stupito la giuria per "Un’opera prima che rivela uno sguardo potente e libero, capace di indagare il rapporto tra habitat e vicende personali con leggerezza e profondità. Una drammaturgia matura e sensibile". 
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Oltre al Premio maggiore della manifestazione, il Premio Nuovo Cinema Lino Micciché, si assicura anche il Premio Pesaro Cinema Giovane per la migliore opera prima.

La chupilca del diablo di Ignacio Rodriguez si aggiudica il premio speciale della
Una scena di La chupilca del diablo
Giuria, “un microcosmo privato in un racconto sottile ma critico sul Cile contemporaneo” mentre nella sezione giovani, il premio speciale va a Kayan di Marjam Nayafi, “potente ritratto femminile, incentrato su una donna proprietaria di un ristorante dove si riunisce la comunità libanese di Vancouver”. Il premio cinema e diritti umani invece se lo aggiudica Nostalgia de la Luz di Patricio Guzmán “più che un documentario, Nostalgia de la luz può essere definito un viaggio, dove i piedi del visitatore percorrono il terreno scricchiolante del deserto e lo sguardo è diretto alle stelle, con estatico incanto”. Altri premi sono Cinemarche giovani che va a Ciao, Janine di Francesca Antolini, Armencea Corina e Paolo Verzolini e menzioni a Alto tradimento di Giacomo Alessandrini e Interferenze di Marco Romano.

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