TIFF 2012: Quelques Heures des Primtemps, madre e figlio alla ricerca dell'amore

Vincent Lindon e Hélène Vincent

I rapporti con i propri genitori, quando compaiono sul grande schermo illuminato di una sala buia, spesso vengono dipinti come travagliati, incompresi, slegati, sempre imperniati del connubio onnipresente amore/odio. Questo tema, qui al Toronto International Film Festival, viene portato dal francese Stéphane Brizé, con Quelques Heures des Primtemps, cercando, scavando, con un piccolo prestesto, nei meandri della psicologia di madre e figlio, usando infine un espediente per unire i loro caratteri in conflitto. "Volevamo raccontare una storia d'amore tra un figlio e sua madre, una storia piena del dolore e della rabbia di due persone incapaci di esprimere i loro sentimenti" così parla lo stesso regista al Festival di Locarno dove il film è stato proiettato per la prima volta.

Hélène Vincent e Vincent Lindon
La storia racconta di Alain, frustrato da una vita poco soddisfacente. Per sentirsi realizzato e pecuniariamente appagato decide di entrare nel giro delle droghe leggere. Cerca quindi di far passare dal confine francese 50 chili di cannabis ma, preso dalla polizia, si ritrova in prigione a scontare 18 mesi di carcere. Unico modo per evitare la cella è stare agli arresti domiciliari, ma ad una condizione incontrovertibile, tornare a vivere con la propria madre. Il loro rapporto è difficile, costretto alla convivenza forzata per un anno e mezzo. Solo la notizia di lei di un male in stadio terminale convince i due ad avere un rapporto più intimo e meno silenzioso. Vincent Lindon, ottimo attore, e Hélène Vincent, sono figlio e madre, mentre il resto del cast è formato da Emanuelle Seigner, Olivier Perrier e Ludovic Berthillot.


TIFF 2012: Dreams for Sale, le fiamme e la trasformazione in abili truffatori

Teruyuki Kagawa

Il tema della perdita finanziaria è un mondo alquanto utilizzato da parte dei registi. In America quest'anno abbiamo visto un ritorno del tema economico come da tempo non si vedeva e se il film è incentrato su un diverso soggetto, installa nella trama qualche riferimento all'attualità, alla recessione e al tracollo delle borse. A Toronto qualche spunto c'è, come può essere il Capital di Costa-Gavras o in piccola parte nei problemi del fattore Dennis Quaid in At Any Price. Il terzo film nel quale viene incentrato il fallimento economico è Dreams for Sale di Nishikawa Miwa che prova a seguire le orme dei tanti orientali giunti al Toronto International Film Festival, distaccandosi però dalle solite storie levantine, avvicinandosi più ad un tema caro all'Occidente.

Teruyuki Kagawa e Takako Matsu
Una coppia, marito e moglie, possiede un ristorante, unica ragione della loro vita e unico introito per le loro modeste quotidianità. La loro vita però di lì a poco cambia quando un incendio divora l'edificio dove avevano messo tutte le loro forse. Disperati dall'accaduto e senza assicurazione, decidono di utilizzare delle vie traverse per riuscire a sopravvivere ora che gli introiti finanziari non sono quelli di prima. La moglie decide che sarà suo marito a risollevarli in una situazione fallimentare e decidono di far sposare lui con donne facoltose e abbordavili per poi entrare nelle loro grazie ed infine fraudarle dei loro averi. Il film è intepretato da Yusuke Iseya, Teruyuki Kagawa, Takako Matsu, Rena Tanaka e Tae Kimura. 


Oscar 2013: prove di grandezza, ecco la lista italiana per il miglior film straniero

Matteo Garrone vincitore del Grand Prix a Cannes

Tempo addietro era stata resa nota la commissione ufficiale che si sarebbe riunita per dare il via alla stagione italiana agli Oscar 2013, scegliendo tra tanti titoli quelli che si sarebbero dovuti contendere il posto di outsider agli Academy Awards. La giuria era così composta: Angelo Barbagallo (Produttore), Nicola Borelli (Direttore Generale Cinema – Ministero per i Beni e le Attività Culturali), Martha Capello (Presidente AGPC – Associazione Giovani Produttori Cinematografici), Paola Corvino (Presidente UNEFA – Unione Nazionale Esportatori Film e Audiovisivi), Valerio de Paolis (Distributore), Piera Detassis (Giornalista), Fulvio Lucisano (Produttore), Paolo Mereghetti (Critico cinematografico), Paolo Sorrentino (Regista). Molto indicativo vedere come ogni anno che la scelta per il nostro portabandiera sia riservata ad un nugolo di economisti cinematografici, con qualche doveroso amante vero.

E' stato il figlio di Daniele Ciprì
Ancora memori dell'accoppiata Loren/Benigni per la premiazione de La vita è bella nel lontano 1999, quest'anno i titoli che si contenderanno l'onere e l'onore di partecipare saranno: Bella addormentata di Marco Bellocchio, Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati, Diaz di Daniele Vicari, È stato il figlio di Daniele Ciprì, Gli equilibristi di Ivano de Matteo, La-Bas Educazione criminale di Guido Lombardi, Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek, Posti in piedi in Paradiso di Carlo Verdone e Reality di Matteo Garrone e saranno giudicati nella sede dell'ANICA il prossimo 26 settembre. La scelta, seppur ponderata, fa venire dei dubbi, vista la presenza di Avati e Verdone e la mancanza ingiustificata de Il primo uomo di Gianni Amelio, di Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana o de Il gioiellino di Andrea Molaioli. Con ogni probabilità sarà ancora Garrone a rappresentarci sperando di rientrare nel novero dei cinque scelti dall'Academy, cosa che non succede dal 2006 con La bestia nel cuore di Cristina Comencini.

TIFF 2012: Everybody Has a Plan, un doppio gioco per un singolo destino

Viggo Mortensen

Ana Piterbarg è certamente la scommessa più grande per il Toronto International Film Festival. Lei è esordiente dietro la macchina da presa e nonostante la sua apparentemente poca dimestichezza con il girato internazionale, si ritrova a gestire un cast di tutto rispetto che ha nel protagonista Viggo Mortensen, un esperienziato ed efficace personaggio che la aiutata senza troppi indugi. Il film è già uscito in Argentina in lingua spagnola con il titolo di Todos tenemos un plan, ma per il circuito internazionale e probabilmente anche per i distributori italiani avrà il titolo di Everybody Has a Plan. Nel cast, ad affiancare Mortensen ci sarà Soledad Villamil, Daniel Fanego, Javier Godino e Sofia Gala.

Soledad Villamil e Viggo Mortensen
La storia racconta di un uomo, Augustin, intepretato proprio da Mortensen, insoddisfatto della sua vita a Buenos Aires. La frustrazione per un'esistenza che lo sta portando alla disperazione, lo muove ad una decisione infelice. Il fratello gemello Pedro è appena morto e il protagonista decide di vestirne i panni, cambiando la sua vita in quella del fratello e trasferendosi in un paesino dove i due erano cresciuti e dove appunto Pedro viveva. Augustin dapprima comincia ad abituarsi a vivere la vita di un altro, migliore nelle aspettative e diversa dalla caoticità della propria esistenza, ma presto si dovrà ricredere, perchè il passato di Pedro è strettamente legato alla criminalità locale che gioco forza costringerà Augustin a dover fare i conti con un mondo a lui estraneo.


TIFF 2012: End of Watch, una Los Angeles malfamata vissuta in prima persona

Jake Gyllenhaal

Il rapporto con la macchina da presa di David Ayer è particolarmente travagliato. Il suo è certamente un cinema mascolino, indicizzato sul testosterone e la sua filmografia è la riprova di come cerchi di mostrare il lato macho dell’uomo (pervalentemente legato alle forze dell’ordine) che a volte esce dal seminato della sua professione. Il travaglio è dettato dalla sua altalenante efficacia nella messa in scena. Passa da blockbuster fini a se stessi come Fast and Furious o X-Men le origini: Wolverine, a buone prove registiche come Training Day e appunto il suo nuovo film presentato al Toronto International Film Festival, ovvero End of Watch, che uscirà nelle sale americane il 21 settembre con due attori in piena scalata sociale, Jake Gyllenhaal e Michael Peña.

Jake Gyllenhaal e Michael Pena
Una storia potente di famiglia, di amicizia,  di amore,  di onore e di coraggio, End Of Watch guarda gli Academy Awards dall’alto dei suoi due protagonisti, Jake Gyllenhaal e Michael Peña, giovani poliziotti in una Los Angeles malfamata. Taylor e Zavala sono ritratti mentre pattugliano per le violente strade della città nel South Central a Los Angeles. Ayer mostra la storia in presa diretta, in prima persona, con semplice immediatezza. L'azione si svolge attraverso le riprese di tutte le telecamere portatili HD degli agenti di polizia, dei membri delle bande, delle telecamere di sorveglianza, e degli stessi cittadini presi nella linea di fuoco per creare un ritratto avvincente di una città pericolosa. Un racconto vivido e personale dei poliziotti che rischiano la vita ogni giorno, e del prezzo che sono costretti a pagare sia loro, sia le rispettive famiglie.


TIFF 2012: Caught in the Web, il dominio virtuale che altera la realtà

Gao Yuanyuan

Torna a far parlare di sé il regista conosciuto soprattutto per il film Addio mia concubina, Leone d'oro al Festival di Cannes, e per lo spaccato non troppo incisivo di Killing me Softly, sempre pronto a scandagliare i rapporti intimi dei suoi personaggi attraverso estremismi, con uno sguardo votato al rapporto deviato. Per tornare in grande stile porta il suo nuovo lavoro, Caught in the Web, al Toronto International Film Festival, questa volta estraniandosi dal mondo da sempre dipinto per viaggiare in un universo a lui nuovo, come l'etica moderna, analizzando un mezzo, internet, che ci ha inglobati con la sua facilità ed onnipresenza. Il tema principale quindi riguarda la percezione alterata generata dallo stesso web che trasforma qualcosa di innocuo in qualcosa di tremendo, come successo per il Superstar presentato a Venezia.

May Wang
Ye Lanqiu (Gao Yuanyuan) lavora in una società molto importante della Cina, ma durante una visita di controllo scopre di avere il cancro. Il costo dell'assicurazione per i trattamenti risulta proibitivo e Lanqiu si ritrova a dover fare i conti con una realtà alquanto scomoda. Salita su un autobus, sovrappensiero e adirata per la sua situazione, si rifiuta di far sedere un vecchio, scatenando il disappunto dei presenti. Una ragazza, Yang Jiaqi (May Wang) filma tutto l'accaduto e il video fa il giro del web in poco tempo, facendo scoppiare una rivolta mediatica ai danni della povera Lanqiu. Il suo datore di lavoro intanto decide di aiutarla con l'assicurazione, ma la loro visita notturna viene vista e considerata come una tresca sentimentale. Il video dell'autobus intanto approda in una trasmissione tv e in un forum, un collega di Lanqiu accusa la donna di adulterio, provocando un domino devastante per la vita già precaria della donna.


TIFF 2012: The Attack, l'inconsapevolezza madre di ogni disgrazia

Ali Suliman e Evgenia Dodina

Come ogni anno, in qualsiasi manifestazione, ci sono anche quei film che all’apparenza non hanno minime possiblità di emergere nel panorama arrivista del mondo cinematografico e che di lì a poco si mostrano non come outsider, ma come vere e proprie cenerentole che entusiasmano il pubblico e la critica con la loro semplicità e la loro efficacia. Al Toronto International Film Festival, una di queste cenerentole potrebbe essere The Attack di Ziad Doueiri, film impegnato, vicino nelle idee a The Reclutant Fundamentalist di Mira Nair, ma cosparso di inadeguatezza e di incomprensione, nello specifico date da una moglie rivelatasi come terrorista. Il regista libanese non ha grandissima esperienza dietro la macchina da presa, ma in quei pochi lavori che ha mostrato, ha fatto vedere che stile e tecnica non sono distanti dalla sua persona. Di seguito la sinossi del film:

Ali Suliman
“Amin Jaafari è un chirurgo israelo-palestinese, completamente assimilato nella società di Tel Aviv. Ha una moglie amorevole, una brillante carriera, e numerosi amici ebrei. Poi un attentato suicida in un ristorante e diciannove morti. La polizia israeliana lo informa che sua moglie Sihem, morta nell'esplosione, era la responsabile. Amin respinge la loro accusa, ma la sua idea è vanificata quando riceve una lettera postuma da Sihem che conferma il suo ruolo nel massacro. Distrutto dalla rivelazione, Amin ritorna nella sua patria di adozione ed entra nei Palestinianterritories per perseguire gli zeloti che avevano reclutato la moglie. Una volta lì, si immerge in luoghi sempre più pericolosi, ma alla fine del suo viaggio, Amin è costretto a confrontarsi con una più profonda verità, più terribile ed inaspettata, la sua incapacità di vedere la moglie com’era veramente e di capire i gesti estremi che aveva compiuto”.


TIFF 2012: The Deep, la realtà macabra sfumata dalla notorietà bendata

Un'immagine del film

A nominare Baltasar Kormakur non si fa un nome  certamente conosciuto al pubblico, forse l'interessante approdo americano, grazie a Mark Walhberg, con Contraband gli ha dato modo di mostrarsi anche ai distributori internazionali, ma Kormakur è tutt'altro che uno sprovveduto. Mýrin, 101 Rejkyavík e A Little Trip to Heaven hanno fatto incetta di premi in manifestazioni di tutto rispetto come quella di Locarno, quella ceca di Karlovy Vary e direttamente nel 2000 proprio a Toronto. Ora arriva con un film tratto da una storia vera, autoprodotto in attesa di approdare nel 2013 ancora con Walhberg e Denzel Washington con 2 Guns. The Deep (Djupio) è quindi il suo film più ragionato, portato in toto da scelte che esulano dalle intromissioni dei produttori, visto che proprio lui ricalca questa posizione e approda a Toronto mostrando le sorti avverse e infine positive di uno sfortunato naufrago.

Olafur Olafsson Darri e Thors Bjorn
Questa la sinossi del film raccontata direttamente dal regista: “The Deep  è basato su un fatto reale avvenuto qui in Islanda, quando negli anni ’80 (nel 1984) un piccolo peschereccio affondò al largo delle isole Westman in pieno inverno e tutti, tranne un membro dell’equipaggio, persero la vita. Il film racconta la storia di questo unico sopravvissuto e di come ha trascorso ore in un mare gelido riuscendo a nuotare per sopravvivere. In seguito, suo malgrado l’uomo è diventato un eroe nazionale per essersi salvato e mentre il resto di noi ricordano quel giorno come quello in cui ha dimostrato una forza sovrumana salvandosi, lui lo ricorda invece come il giorno in cui i suoi amici e colleghi di lavoro sono morti”. Uno sguardo diversificato che mette in evidenza il pensiero della massa e del singolo che suo malgrado si ritrova nella notorietà per un evento che vorrebbe dimenticare.


TIFF 2012: Much Ado About Nothing, uno Shakespare a produzione familiare

Un'immagine del film

C'è spazio anche per Shakespeare al Toronto International Film Festival e a portare una sua commedia, trasponendola su grande schermo ci pensa chi proprio non ti aspetti. Joss Whedon è principalmente ricordato per la serie tv Buffy e recentemente per il successo planetario dei supereroi Marvel The Avengers, terzo incasso di sempre. Proprio a Toronto Whedon ha parlato della Fase 2 della Marvel che prevede molti progetti dove lui risulta essere supervisore. Qui invece porta l'estremo opposto dei Vendicatori. Much Ado About Nothing (Troppo rumore per nulla) non solo rispetto al chiassoso e ironico film sui supereroi è romanzato da uno dei migliori scrittori britannici, ma anche per quanto riguarda il budget e la produzione siamo agli antipodi. Infatti il film è stato girato in soli 12 giorni, direttamente nella casa di Whedon e portato al Toronto ha trovato nella Lionsgate la casa per distribuirlo.

Alex Denisoff e Amy Acker
“A Messina, nel giardino della casa di Lionato, signore messinese, si attende l’arrivo del vittorioso don Pedro d’Aragona. Al suo arrivo, insieme a lui arrivano il fratello, don Giovanni, e un nobile signore fiorentino, Claudio. Li accolgono Lionato, la figlia Ero, la nipote Beatrice e Benedetto, giovano padovano e amico di Claudio. Dopo il proprio arrivo Claudio confessa a don Pedro il proprio amore per Ero ed egli gli afferma che la sera lo avrebbe aiutato a conquistare la ragazza. Al ballo mascherato don Pedro conquista a nome di Claudio la fanciulla, ma don Giovanni, che provava rancore verso suo fratello, gli fa credere che se la voglia tenere per sé; ma dopo pochi minuti il malinteso è chiarito e le nozze tra Claudio ed Ero stabilite, cosicché l’allegra brigata cercherà di far innamorare tra loro Beatrice e Benedetto. Ma don Giovanni non sopporta questa felicità e inventa un piano, aiutato dal suo fedele Borraccio, per screditare davanti agli occhi dello sposo Ero: don Giovanni riferirà a Claudio e don Pedro che sa che Ero da parecchio tempo si incontra amorosamente con un altro uomo e la sera li porterà a vedere Borraccio che amoreggia con la propria amante, la damigella inconsapevole di Ero”.

Amy Acker
Joss Whedon però, invece di riprendere fedelmente la trama d’altri tempi di Shakespare, stravolge i fatti, li attualizza, cosparge tutto il testo grazie ad una vena di pura modernità, di pop culture e di altre stravaganze in bianco e nero seconde solo, al Toronto Film Festival, ad un film sconclusionato e metafilmico come Tai Chi 0. Girando direttamente in casa sua e proponendo il tutto attraverso una rapida messa in scena, non poteva che uscire un completo riassunto della rivisitazione forzata e modernizzata dell’abusato scrittore inglese. A partecipare a questa masnada di eventi, un cast di tutto rispetto, anche se poco conosciuto: Amy Acker, Alex Denisoff, Nathan Fillion, Reed Diamond, Clark Gregg e Fran Kranz. Il film come detto sarà distribuito dalla Lionsagate, per intenderci, la casa di produzione di Saw – L’enigmista e del recente e fortunato Hunger Games. Ora attendiamo solo che venga ufficializzata la data di uscita, mentre l'8 settembre è stato presentato a Toronto.


Milano Film Festival 2012: elenco film in concorso, workshop e programma

Il logo della manifestazione

Oggi comincia il Milano Film Festival, evento lombardo che si protrarrà fino al 23 settembre, dedicandosi nel suo complesso non solo ai film in concorso, ma anche ad uno sguardo distaccato sul panorama italiano, sui cortometraggi, il film d'animazione, selezionando pellicole speciali, chiamati Outsiders e regalando inolte anche dei workshop per chi volesse avvicinarsi al mondo del cinema. "In concorso" è riservato ad opere prime e seconde con un bando che ha come scadenza il 1° gennaio. Di seguito il programma dei più importanti appuntamenti del MFF 2012 (per il resto del programma, consultare direttamente il sito):

Giovedì 13 settembre

Cinema Ariosto

Ore 15:00 Tiens moi droite di Zoè Chantre (Francia, In concorso)
Ore 17:00 Cina Heavyweight di Yung Chang (Canada, In concorso)
Ore 21:00 Ai Weiwei: Never Sorry di Alison Klayman

Teatro Strehler

Ore 22:30 Elles di Małgorzata Szumowska

Venerdì 14 settembre

Teatro Strehler

Ore 15:00 Xing Ge Zuo Yue di Wu Na (Cina, In concorso)
Ore 22:30 Toată Lumea din Familia Noastră di Radu Jude (Romania, In concorso)

Auditorium San Fedele

Ore 21:00 Je suis venu vous dire...Gainsbourg by Ginzburg di Pierre-Henry Salfati

Sabato 15 settembre

Treatro Strehler

Ore 15:00 Un gând, un vis, Doyle...şi-un pix di Bogdan Ilie-Micu (Romania, In concorso)
Ore 20:30 Violeta se fues a los cielos di Andres Wood

Spazio Oberdan

Ore 15:00 Ai Weiwei: Never Sorry di Alison Klayman
Ore 17:00 Juares di Vincent Dieutre

Cinema Rosetum

Ore 17:00 La fine che non ho fatto di Ruben Monterosso
Ore 21:15 Come prima, più di prima, mi amerò di Alessandro Capitani
Ore 22:15 A casa non si torna di Lara Rongoni

Teatro Studio

Ore 20:30 Le sommeil d'or di Davy Chou (Francia, In Concorso)
Ore 22:30 This Time Tomorrow di Shane Bissett (USA, In concorso)

Cinema Ariosto

Ore 21:00 Consuming Spirits di Chris Sullivan (Animazione)

Domenica 16 settembre

Anteo Spaziocinema

Ore 11:00 Juares di Vincent Dieutre

Teatro Strehler

Ore 15:00 Francine di Melanie Shatzy e Brian M. Cassidy (Canada, In concorso)
Ore 17:00 Aiuto! Orde barbare al Pratello di Cosimo Terlizzi
Ore 18:00 Bagni 66 di Diego Governatori

Teatro Studio

Ore 17:00 L'âge atomique di Helena Klotz (Francia, In concorso)
Ore 20:30 Quadro svedese di Johannes Nyholm (Animazione)

Spazio Oberdan

Ore 19:00 China Heavywight di Yung Chang (Canada, In concorso)
Ore 21:00 Toată Lumea di Familia Noastră di Radu Jude (Romania, In concorso)

Cinema Ariosto

Ore 19:00 Freakbeat di Luca Pastore

Auditorium San Fedele

Ore 22:30 La mer à l'aube di Volker Schlöndorff

Parco Sempione

Ore 22:30 Glastopia di Julien Temple

Lunedì 17 settembre

Cinema Rosetum

Ore 15:00 A casa non si torna di Lara Rigoni
Ore 17:30 Come prima, più di prima, mi amerò di Alessandro Capitani
Ore 21:00 Xing Ge Zuo Yue di Wu Na (Cina, In concorso)

Spazio Oberdan

Ore 18:30 This Time Tomorrow di Shane Bissett (USA, In concorso)
Ore 20:30 Un gând, un vis, Doyle...şi-un pix di Bogdan Ilie-Micu (Romania, In concorso)

Auditorium San Fedele

Ore 19:00 Pasta Nera di Alessandro Piva
Ore 21:00 Side by Side di Chris Kenneally

Parco Sempione

Ore 21:00 Maratona cortometraggi di animazione di Steven Voloshen

Martedì 18 settembre

Spazio Oberdan

Ore 15:00 Violeta se fues a los cielos di Andres Wood

Cinema Rosetum

Ore 17:00 Freakbeat di Luca Pastore
Ore 19:00 Le sommeil d'or di Davy Chou (Francia, In Concorso)

Teatro Strehler

Ore 19:00 China Heavywight di Yung Chang (Canada, In concorso)
Ore 21:00 Stoichkov di Borislav Kolev

Scatola Magica

Ore 20:30 La fine che non ho fatto di Ruben Monterosso

Cinema Palestrina

Ore 21:00 Juares di Vincent Dieutre

Anteo Spaziocinema

Ore 22:30 La mer à l'aube di Volker Schlöndorff

Mercoledì 19 settembre

Spazio Oberdan

Ore 15:00 La Playa D.C. di Juan Andrés Arango (Colombia, In concorso)
Ore 17:00 Side by Side di Chris Kenneally

Teatro Strehler

Ore 17:00 Chocó di Jhonny Hendrix Hinestroza (Colombia, In concorso)
Ore 22:30 Bagni 66 di Diego Governatori

Cinema Palestrina

Ore 19:00 Francine di Melanie Shatzy e Brian M. Cassidy (Canada, In concorso)
Ore 21:00 Quadro svedese di Johannes Nyholm (Animazione)

Cinema Rosetum

Ore 19:00 Aiuto! Orde barbare al Pratello di Cosimo Terlizzi
Ore 21:00 Stoichkov di Borislav Kolev

Spazio Oberdan

Ore 21:00 Il n'y a pas de rapport sexuel di Raphaël Siboni (Francia, In concorso)

Parco Sempione

Ore 21:00 Tropicália di Marcelo Machado

Giovedì 20 settembre

Teatro Strehler

Ore 15:00 Chocó di Jhonny Hendrix Hinestroza (Colombia, In concorso)

Cinema Rosetum

Ore 16:30 Consuming Spirits di Chris Sullivan (Animazione)
Ore 21:00 Toată Lumea di Familia Noastră di Radu Jude (Romania, In concorso)

Cinema Palestrina

Ore 17:00 Xing Ge Zuo Yue di Wu Na (Cina, In concorso)

Spazio Oberdan

Ore 17:00 Tropicália di Marcelo Machado
Ore 21:00 Tiens moi droite di Zoé Chantre (Francia, In concorso)

Parco Sempione

Ore 21:00 Come Tex nessuno mai di Giancarlo Soldi
Ore 22:30 Bones Brigade: An Autobiography di Stacy Peralta

Venerdì 21 settembre

Auditorium San Fedele

Ore 15:00 Tiens moi droite di Zoé Chantre (Francia, In concorso)
Ore 21:00 Crulic – drumul spre dincolo di Anca Damian (animazione)

Spazio Oberdan

Ore 15:00 Consuming Spirits di Chris Sullivan (Animazione)
Ore 18:00 Glastopia di Julien Temple
Ore 21:00 Chocó di Jhonny Hendrix Hinestroza (Colombia, In concorso)

Teatro Strehler

Ore 17:00 Je suis venu vous dire...Gainsbourg by Ginzburg di Pierre-Henry Salfati
Ore 20:30 L'âge atomique di Helena Klotz (Francia, In concorso)

Parco Sempione

Ore 21:00 Turning di Charles Atlas

Sabato 22 settembre

Teatro Strehler

Ore 15:00 Room 237 di Rodney Ascher
Ore 20:30 La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli
Ore 22:30 Il n'y a pas de rapport sexuel di Raphaël Siboni (Francia, In concorso)

Spazio Oberdan

Ore 15:00 Turning di Charles Atlas
Ore 17:00 Le sommeil d'or di Davy Chou (Francia, In Concorso)
Ore 19:00 L'âge atomique di Helena Klotz (Francia, In concorso)
Ore 21:00 La mer à l'aube di Volker Schlöndorff

Auditorium San Fedele

Ore 21:30 Shut up and Play the Hits di Will Lovelace Dylan

Domenica 23 settembre

Teatro Strehler

Ore 15:00 Il n'y a pas de rapport sexuel di Raphaël Siboni (Francia, In concorso)
Ore 17:00 Crulic – drumul spre dincolo di Anca Damian (animazione)
Ore 20:30 Cerimonia di premiazione
Ore 22:30 Proezione di lungometraggio vincitore

Cinema Palestrina

Ore 15:00 Un gând, un vis, Doyle...şi-un pix di Bogdan Ilie-Micu (Romania, In concorso)
Ore 19:00 This Time Tomorrow di Shane Bissett (USA, In concorso)

Auditorium San Fedele

Ore 20:30 Shut up and Play the Hits di Will Lovelace Dylan

Parco Sempione

Ore 21:00 The Life and Times of Paul the Psychic Octopus di Alexandre O. Philippe

TIFF 2012: Tai Chi 0, puro metacinema impreziosito da Jet Li, Jackie Chan e Sammo Hung

Yan Xiaochao

A differenza del più classico wuxiapan, fatto di onore, rispetto e tanto combattimento, l'action orientale di Stephen Fung che porterà al Toronto International Film Festival, è figlio di una passata e non troppo lontana carriera nella sceneggiatura e più precisamente nell'ironico, distorto e simpatico Shaolin Soccer. Tai Chi 0 è il primo di una trilogia che lo stesso Fung vorrebbe portare a compimento entro il 2014 e mescola caratteristiche di diverse epoche nipponiche, cercando di condire una pratica marziale e filosofica, senza approfondirne per scelta il significato, con la modernità, i voli estremi e una colonna sonoro stile punk rock. Nonostante tutto, il film cerca di addentrarsi per una riscoperta dell'arte del tai chi, non solo pescando in epoche diverse, ma affascinando lo spettatore attraverso stili dfferenti, tra cui la fumettistica, grazie anche ad una fotografia degna di nota.

Un'immagine del film
Il film è prodotto dallo stesso Fung con la partecipazione di Jet Li e Jackie Chan e la supervisione ai combattimenti di Sammo Hung, ed intepretato infine dallo sconosciuto Yan Xiaochao (nel cast anche Peter Stormare). Difficile definire una trama, anche se si può partire dal protagonista, Yang Luchan, un fenomeno da baraccone che decide di imparare il tai chi che stranamente viene conosciuto solo in un piccolo villaggio. Spronato dalla madre che vede in lui un potere straordinario, deriso com'è per quella sua escrescenza sulla fronte (fonte dei suoi poteri), si imbarca in un viaggio verso il fantomatico villaggio. Come fu per gli abitanti in Kung Fusion dell'amico Stephen Chow, anche qui nel villaggio conoscono tutti il tai chi. Viene infatti scoraggiato dagli stessi abitanti che uno ad uno lo affrontano, sconfiggendolo.

Yao Xiaochao (in alto)
Sarà l'intervento del maestro Chen, travestito da straccione, ad indicargli la via per l'arte marziale e per il cuore di Yuniang dalla quale ha subito anche una dura sconfitta. Il film inizia tramite un flashback girato come si conviene ad un film d'epoca. Appena finisce la parte dove viene intrattenuto dagli abitanti, il tono del film cambia ancora, generando uno stile steam attraverso una strana macchina a vapore e ad un nugolo di uomini provenienti dall'occidente. Il tutto condito da sequenze a vignetta, a videogame e l'idea geniale e caotica di presentare mano a mano gli attori appena appaiono in scena, con tanto di nomi, corredati dalle loro esperienze professionali. Il film è fuori da ogni schema, una metamorfosi metafilmica difficile da trovare in giro, con l'aggiunta di ottimi combattimenti e una trama che prende piede sempre di più alla fine, per consentire al film di giustificare il secondo capitolo, anche se questo frena le aspirazioni sconclusionate e divertenti dello stilismo di Fung.